4 Settembre

La Scienza Scopre la Coscienza

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In questo afoso e pesante Ferragosto 2023, mi è capitato di conoscere Federico Faggin, che da iniziale perito radiotecnico, diventa scienziato, inventore, imprenditore. Sono stata felicemente immersa nell’ascolto delle sue conferenze e mi sono tuffata nella lettura dell’autobiografia di questa bellissima persona, scoperta per caso.

Da SILICIO “L’autobiografia dello ‘Steve Jobs’ italiano l’uomo che ha inventato il presente: Federico Faggin è un idolo, un eroe per tutti gli scienziati e gli appassionati di tecnologia. Con le sue invenzioni, dal microprocessore al touchscreen, ha contribuito a plasmare il presente che tutti conosciamo. Nella sua autobiografia racconta le sue quattro vite, dall’infanzia ai primi lavori, dalla controversia con Intel per l’attribuzione della paternità del microprocessore, fino al suo appassionato impegno nello studio scientifico della consapevolezza.”

Veneto, figlio di un docente di Storia e Filosofia, scopre la lingua Italiana a 6 anni, il primo giorno di scuola, perché in casa parlano strettamente il dialetto e al momento delle scuole superiori, sceglie, senza l’approvazione paterna, l’istituto tecnico industriale di Vicenza, perché sperava di poter progettare e costruire un modello di aereo radiocomandato, la sua passione. Ma il programma di perito aeronautico nella scuola non c’era più, per cui diventa perito radiotecnico e passa ad altri interessi. A 18 anni viene assunto all’Olivetti di Milano, nei cui laboratori si può cimentare alla costruzione dei primi computer. In questa prima esperienza lavorativa, però, si accorge che il titolo di studio ha molta importanza, per cui decide di licenziarsi dall’Olivetti e di iscriversi all’università di Padova alla facoltà di Fisica, pagando con i propri risparmi.

Dal 1968 vive negli Stati Uniti, si inserisce nella mitica Silicon Valley, percorre una carriera strepitosa, affermandosi come scienziato, inventore e imprenditore indipendente, ottiene importanti riconoscimenti, tra gli altri, gli viene assegnata la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione dal Presidente Obama.

Faggin è un italiano che lavora al progetto dell’Intelligenza Artificiale ai massimi livelli di competenza, ma che riesce a fare la differenza, una strepitosa differenza! Noi ricercatori spirituali, spesso ci siamo domandati se la tecnologia non avesse dato alla testa agli scienziati della Silicon Valley, scoprendo il contesto culturale dell’attuale scienza materialista, senza Coscienza e senza Anima. Federico Faggin conferma, nonostante l’educazione cattolica ricevuta nell’infanzia, di avere assorbito in modo acritico questa impostazione che nessuno mette in discussione, di cui nessuno si interessa. Questa Scienza riconosce solo l’esistenza della materia e ritiene che dall’interazione con la materia, in un qualche modo, nascono la Coscienza e la Consapevolezza, che di per sé non esistono e comunque non sono importanti. Se dal cervello, macchina complessa adibita alla conoscenza, nasce la Coscienza, si può ipotizzare, almeno in linea di principio, che allora anche un computer potrebbe essere cosciente.

Solo il cittadino comune capisce al volo la forzatura di questa ipotesi, lo scienziato, che sperimenta e crea risposte sempre più perfette interagendo con la materia, si convince in automatico che la materia è più intelligente dell’uomo e continua a lavorare all’Intelligenza Artificiale con la massima confusione di possibilità, limiti, competenze, obiettivi.

Mentre la gente normale continua a considerare la Coscienza una qualità del mondo interiore, i ragionamenti cervellotici degli scienziati, si rivelano sempre più lontani dalla Coscienza Umana, delineano aberranti scenari futuri in cui la tecnologia supera di gran lunga le capacità umane e sostituisce la saggezza interiore.

Ed ecco che da questo quadro preoccupante si eleva Federico Faggin, che dopo essersi fatto conoscere come scienziato e tecnologo di grande successo, scopre il “problema della Coscienza”, scopre che la scienza si è persa di casa, cammina senza guida e, con la stessa forza e lucidità con le quali, aveva difeso le sue invenzioni, quali il microprocessore e il touchscreen, in quel mondo altamente competitivo e senza scrupoli della Silicon Valley, denuncia la distopia, l’equivoco di fondo, la distorsione con cui procede la scienza.

Nel mezzo del cammin…

…alla fine degli anni ottanta scrive avevo avuto successo nel campo della tecnologia e degli affari, avevo mezzi sufficienti per vivere di rendita il resto della mia vita e soprattutto avevo una splendida famiglia. Cosa potevo desiderare di più? Avevo raggiunto tutto ciò che il mondo considera sufficiente per essere felici! Fu allora che entrai in crisi. Mi accorsi che dentro di me covava una profonda insoddisfazione, mi accorsi di essere molto infelice, ma fingevo di non esserlo.”

Accettando questa sua verità interiore Federico trova il coraggio di affrontare questa insoddisfazione, si pone delle domande esistenziali. Qual è il senso della vita? Che cosa voglio dalla mia vita?”.

Non me ne resi conto allora, ma raggiunto il fondo della mia sofferenza spirituale chiesi aiuto. Pregai, non verbalmente e nemmeno coscientemente, con una sorta di immagine-preghiera che chiedeva una risposta alla mia domanda fondamentale: qual è il significato della mia vita?”

È stato detto “chiedete e vi sarà dato”, ed ecco che una notte Federico vive l’esperienza del Risveglio che racconta in questo modo: “…mi svegliai verso mezzanotte per bere un bicchiere d’acqua. Quando tornai a letto, mentre aspettavo di addormentarmi, sentii emanare dal mio petto una potente carica di energia-amore mai provata prima. Questo sentimento era chiaramente amore, così intenso e appagante che superava qualsiasi mia idea ed esperienza sulla natura dell’amore. Lo percepivo come un ampio fascio di luce bianca scintillante, viva e beatifica che prorompeva dal mio cuore con una incredibile forza. Ancora più incredibile era sperimentare che la sorgente di quell’amore ero io. Quella luce poi esplose e riempì tutta la stanza per poi espandersi e abbracciare l’intero universo. Allora seppi senza ombra di dubbio che questa era la sostanza di cui tutto ciò che esiste è fatto. Ciò che rendeva questa esperienza strabiliante era la prospettiva impossibile che mi offriva, perché io ero sia lo sperimentatore che l’esperienza. Ero il mondo che osservava sé stesso! E al tempo stesso sapevo, da dentro, che il mondo è fatto di una sostanza che sa di amore e che quella sostanza ero io.”.

Da allora Federico Faggin inizia la sua quarta vita: si immerge a capofitto nella conoscenza della propria Coscienza e inizia a raccontare ai suoi colleghi disorientati ciò che scopre del mondo interiore, che la scienza sottovaluta o nega.

Oggi, invitato a congressi o nelle aule universitarie, spiega che i computer non capiscono niente, possono soltanto scoprire le correlazioni statistiche già esistenti nei dati, non effettuano un riconoscimento cosciente come facciamo noi e non lo potranno mai fare, mentre noi, senza coscienza, saremmo zombie e la vita non avrebbe né significato, né scopo.

Da quella esperienza di Risveglio sta affrontando lo studio scientifico della realtà interiore, inoltrandosi in territori che fino ad ora erano considerati di competenza filosofica, assolutamente estranei alla mentalità scientifica, osteggiati e misconosciuti dai più, riuscendo a farsi ascoltare, anche in questo ambito.

Il recente progresso nell’intelligenza artificiale ha reso urgente che la scienza assuma un ruolo di guida nella comprensione sia della natura della consapevolezza, sia delle differenze fondamentali che esistono tra gli organismi viventi e i computer.

Nei suoi libri si chiede:

Che cosa ci distingue dalle macchine? Un computer può davvero diventare cosciente? Esiste il libero arbitrio? L’umanità si trova a un bivio: da una parte può diventare più simile ai robot meccanici senza consapevolezza, che faranno parte del nostro futuro; dall’altra può avvicinarsi alla realtà dei sé più vasti di cui facciamo parte integrante e aprirsi alla creatività e ai nuovi orizzonti di una consapevolezza allargata. La tecnologia deve essere al servizio dell’uomo per aiutarlo a scoprire la sua vera natura non per imprigionarlo in un mondo virtuale privo di significato.”.

La conoscenza di questo uomo che non temo di definire “grande” mi ha permesso di trarre un sospiro di sollievo. Finalmente la Coscienza raggiunge gli ambiti più pericolosi! Finalmente l’Umanità incomincia a ritrovare sé stessa! Impareremo un utilizzo utile e adeguato di tutta questa tecnologia, lo stiamo già facendo, ma ci ricorderemo di essere Uomini, di avere un nostro tracciato da seguire che ci porterà al compimento delle nostre infinite potenzialità. Non ci sarà mai una macchina migliore dell’Uomo stesso.

Autore: Magda Piacentini


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